Il Tango è una pratica sociopolitica, artistico culturale e FISICO-spiritualeCONOSCIAMO, SPERIMENTIAMO E CONDIVIDIAMO QUESTO SPESSORE INSIEME
Da Venezia per il mondo intero
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Il Tango è una pratica sociopolitica, artistico culturale e FISICO-spiritualeCONOSCIAMO, SPERIMENTIAMO E CONDIVIDIAMO QUESTO SPESSORE INSIEME
Da Venezia per il mondo intero
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In generale ci avviciniamo al Tango da uno sguardo parziale. Possiamo farlo per divertimento, per passione, per socializzare. Tutte buone ragioni che poi coincidono con la promessa della maggior parte delle scuole. Ciò che normalmente si evita di trasmettere è che il Tango si manifesta nel profondo silenzio della quiete.
Questa mancanza probabilmente ha più a che fare con l’ignoranza che con la malizia. La didattica in generale si limita all'imitazione e alla ripetizione delle apparenze e questo ci dà l'illusione di ballare. Così finisce che la maggior parte delle persone crede che imparare a ballare il Tango sia imparare una serie di sequenze di passi, ed è questo che cercheranno in una lezione. Sfortunatamente, è anche ciò che ricevono. Questo modo di insegnare focalizza l'attenzione degli studenti sul meno rilevante e produce ballerini standardizzati, monotoni, incapaci di improvvisare. Con gli eventi, cioè le milongue, succede qualcosa di simile. Pensi che per trovare il Tango basta trovare uno spazio più o meno spazioso, mettere delle sedie attorno, un ricco buffet e qualche persona che passi la musica? Potrebbe bastare, ma ci vuole al meno una persona dentro della comunità che sia in grado di accendere il fuoco in torno cui balliamo. La buona notizia è che il Tango trova il modo di manifestarsi. La pratica è così potente che prima o poi avrai l'intuizione che c'è una profondità abissale. A quel punto, starà a te indagare, esplorare e sperimentare. Vuoi che lo facciamo insieme? |
Oriol Vall, che si prende cura dei neonati in un ospedale di Barcellona, dice che il primo gesto umano è l'abbraccio.
Non appena usciti al mondo, all'inizio dei loro giorni, i bambini agitano le mani, come se cercassero qualcuno. Altri medici, che si occupano di persone già vissute, dicono che i vecchi alla fine dei loro giorni, muoiono volendo alzare le braccia. E così stano le cose. Non importa quanti giri diamo alla questione, e non importa quante parole ci mettiamo dentro, è così che stanno le cose. Tutto si riduce a questo: tra due colpi d'ali, senza ulteriori spiegazioni, avviene il viaggio. Eduardo Galeano |
Risponde al bisogno di essere abbracciati. Un bisogno primordiale, come ci fa capire il racconto di Galeano. La comunità del Tango deve lavorare per mantenersi aperta, inclusiva ed equa. Accettare e celebrare l'unicità di ogni persona, valorizzandola e integrandola in una comune unità accogliente e amorevole. Aiutando cosi a riconoscerci in fratellanza. Pensare che il Tango sia un ballo di coppia è una mancanza diffusa, il Tango è un ballo di gruppo. Entrare in una pista da ballo è un esercizio di pura democrazia. Incoraggia l'esercizio della propria libertà, in modo responsabile. Favorisce lo sviluppo del buon senso, ricerca il benessere collettivo e accetta la differenza, favorendo il dialogo, l'incontro e il rispetto per sé e per gli altri. |
si esprime attraverso la musica, la danza e la poesia. Accessibile a ogni essere umano, di qualsiasi età, credo o nazionalità. È in grado di aiutarti a connetterti con il tuo mondo interiore, la tua creatività e le tue emozioni. E soprattutto può aiutarti a recuperare la tua capacità innata di ballare. Si manifesta attraverso la sua ritualità, i suoi simboli, le sue pratiche, il suo linguaggio, le sue storie, la sua estetica e la sua saggezza essenziale. Nella sua incessante ricerca di equilibrio, dimora tra il profano e il sacro. Equilibrio che possiamo ricercare partendo da una visione dualistica, affrontando gli opposti. Ad esempio, tu e l'altro. Immobilità e movimento. Il femminile e il maschile. Il cielo e la terra. Il ritmico e il melodico. Dare e ricevere. Spirito e materia. Essere e fare. Uno sguardo più attento, può percepire lo sacro della triade, che ci permetta di trascendere questa dualità. Lo possiamo vedere, ad esempio, se costruiamo la relazione tra me, l'altro e la musica in una unica fusione. Lo possiamo anche vedere quando il movimento improvvisato è la manifestazione delle due volontà congiunte. Detto questo, osiamo dichiararlo... |
Un percorso spiritualeIl tango è nella sua giovinezza storica, nato appena alla fine del XIX secolo. Sebbene non sia una pratica millenaria, i suoi legami con l’universo sono più antichi degli esseri umani che l’hanno plasmato.
La sua pratica indaga l'essenza dell'essere, che si rivela nel tuo corpo attraverso l'esperienza diretta. Nella pratica, ci mette faccia a faccia con il nostro ego, invitandoci a lasciar cadere le nostre maschere, a lasciarci apparire così come siamo. È un invito costante a prendere coscienza di sé, dell'altro, del tempo e dello spazio. Offre un incessante richiamo alla quiete. Una quiete che va oltre lo stare fermi. |
Imparare a ballare il tango è un processo di accettazione, osservazione e ascolto di sé e degli altri per fluire in libertà.
Ogni processo è unico e personale, tuttavia è necessaria una comunità per renderlo possibile. La nostra missione è mantenere viva una comunità che ispiri, accoglia e offra spazio affinché il Tango possa manifestarsi. Questo è il nostro obiettivo e stiamo desiderando che tu ti unisca a noi.
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"Il percorso dell'improvvisazione mi sta conquistando. Difficile rompere schemi preconfezionati ma necessario per scoprire le infinite opportunità di movimenti. Per me sopratutto imparare l'ascolto dell'altro, assecondando la sua richiesta di movimento. Difficile ma molto, molto intrigante."
Carlo Pellizon |
"Io mi auguro che tutti possano sperimentarlo. Alla base della vostra guida c'è lo stupore. Scoprire i miei passi dentro altri passi, intenzioni dentro altre intenzioni, anche suoni dentro altri suoni, come matrioske, che cambiano forma, prodotte da entrambi. Appunto stupore.
Ho incontrato fin da subito un luogo dell'anima dove era possibile continuare il mio percorso, vivendo assieme al mio corpo e alla mia mente l'esperienza all'unisono del vissuto, del vivere, percepire la totalità in un abbraccio. Una direzione morbida e sicura dove oltre all'ascolto della musica, dell'altro, oltre alla tecnica, la mia creatività non si sente a disagio e può aspirare a essere l'essenza, il punto, il ponte, la porta, l'alambicco per generare una conoscenza, consonanza, una risonanza, un armonia di intenzione, emozione e ascolto e la loro trasformazione nell'incontro con "l'umano" e l'altro "umano" che cerca e che dà il suo miglior abbraccio possibile, sottolineo possibile. Ho trovato insegnanti competenti e collaborativi che mi accompagnano per mano nel mio percorso e dove il loro abbraccio non si limita all'ultima nota suonata nella tanda, o del brano. Ho incontrato una danza dove non esistono imposizioni ma proposte, dove la proposta non ha una risposta automatica e ovvia, dove si dialoga dall'intimo, ognuno come può. Dove si studia mentre s'insegna proprio perché ognuno è unico e libero. Un percorso senza fine che ho appena incominciato. Umiltà, professionalità, condivisione, studio, uguaglianza, coraggio e gioia." Alberto Deppieri |
"E per finire, si mi mancate molto, veramente tanto. Mi rendo conto ora dei momenti magici passati da voi dove tutto ruotava ma anche era contenuto in una forma cilindrica, il tempo diventava diverso, lo spazio era diverso…imparavo una nuova danza, entravo in una cultura diversa e io stesso mi sentivo diversa.
Sogno che riprenderò le lezioni e leggendo la vostra mail oggi so che lo farò perché le vostre parole sono uno stimolo e so che l’unica cosa in futuro che ci potrà salvare è l’ARTE." Gabriella Cardazzo |